E’ il 1967, siamo all”oratorio di Opera, è inverno. Alcuni ragazzi parlano, altri svolgono l”allenamento di football nel vicino campo sportivo, altri, scagliano un pallone contro un ferro da basket. Sono piuttosto grezzi, ma per niente svogliati, ed è proprio dall’entusiasmo di questi liceali che Ettore Armanini trae un’idea: una squadra di pallacanestro. Idea per niente banale e tutt’altro che semplice. Dagli Stati Uniti giungevano voci vaghe, quasi leggendarie, su squadre straordinariamente forti, i cui giocatori saltavano in alto, addirittura fino al ferro, e ancora sopra.
Un’iniziativa coraggiosa quella di far partire da zero uno sport, la pallacanestro, che in Italia non aveva ancora una tradizione forte e che, soprattutto, non godeva di grande divulgazione. Casalino, Tavazzani, Torselli erano studenti che avevano assaggiato il pallone a spicchi ben poche volte a scuola e che ora erano disposti a prendere questo pionieristico impegno. Tuttavia è presto per parlare di Opera Basket Club.
Nella primavera del 1967 esisteva ad Opera soltanto il campo dell”oratorio: due canestri all’aperto e un fondo di ruvido catrame. La squadra appena formatasi entrò quindi a far parte della Juventus Opera, l’associazione calcistica dell”oratorio. Essa assicurava le tasse d”iscrizione al campionato, la parrocchia offriva i palloni e l”acqua calda per gli allenamenti serali. C’erano le basi per cominciare l”attività agonistica che inizio nel 1968con il campionato C.S.I. Dopo quattro gare l”allenatore, Ettore Armanini, annotò le percentuali al tiro e i canestri segnati da ogni componente della squadra: 110 punti in quattro gare (forse è cambiato qualcosa rispetto ai punteggi di oggi !!) dove spiccano i 26 di Tom Montanari, i 20 punti di Cipolla e i 18 punti di Attilio Anelli. Naturalmente l”entusiasmo pubblicizzò l”attività cestistica operese. Arrivarono dunque nuovi “acquisti”, nomi noti a chi frequenta le palestre operesi: Bonvini, Deferrara, Campagnoli, Galmozzi, Isola e altri giovani sportivi dalle scarpe di tela che si integrarono al gruppo per avviarsi al primo campionato F.I.P. di prima divisione della storia della società. Siamo nel 1970, si gioca ancora all”aperto; facce rosse, fiato che si gela in gola e il cemento che graffia il pallone e le ginocchia;la società ha appena tre anni, già cammina bene e fa sentire la sua voce tanto da ottenere 11 vittorie su dodici incontri nel campionato. Un bimbo promettente dunque. Ma per crescere bene occorreva qualcosa in più: un tetto, un buon fondo su cui giocare e un po” d”autonomia. Il travagliato completamento della palestra di via Dante permise alla società di non dipendere troppo dalle esigenze oratoriali e allargare quindi l”attività cestistica ad una più ampia fascia d”età. Poi due nomi si intrecciarono nella storia operese e in quella della società, che al tempo cresceva ancora sotto l”ala della Juventus Opera: Don Michele e il sindaco Longoni, i quali si rivelarono importanti per i destini della pallacanestro. Il sindaco Longoni ebbe la meglio nell”accordo con Don Michele per definire l”affitto della palestra e la Juventus, decise il taglio della pallacanestro “per motivi economici”. Da allora le sorti della società furono nelle mani di Guido Pelinghelli e Piercarlo Dosi. Era il 1977 quando l’Opera Basket Club entrò nella palestra di via Dante: il suono dei palloni contro il fondo verde, il calore stagnante espulso dai condizionatori. Per i più giovani la voglia di giocare era il riflesso delle partite dei ragazzi più grandi, e della prima squadra, che nell” 88-’89 disputò il primo Campionato di Promozione nel girone di Pavia.
Allora tuttavia il minibasket era ancora legato al Centro Olimpia, cui l”Opera Basket Club forniva gli allenatori. All”età di undici – dodici anni i ragazzi passavano a far parte della società biancoverde, e incominciavano ad usare la parola “coach”. Nel 1994 il Centro Olimpia abbandona la direzione del minibasket, adesso completamente nelle mani dell”Opera Basket Club. Nella stagione 2004 – 2005 disputa il primo campionato regionale di serie D ed ottiene subito la promozione nella categoria superiore. Nella stagione 2005 – 2006 disputa il primo campionato regionale di serie C2.
Ogni riga scritta su queste pagine, ogni volta che la rete si muove quando un pallone la attraversa, ogni sconfitta, tutte le vittorie, ciascun infortunio, gioia e rammarico sono state create decine di anni fa e continuano a rinnovarsi.
È così difficile oggi avere delle idee ma quella del Basket ad Opera è un’idea che va mantenuta con ogni tiro a canestro.