Gli under 18 hanno scritto un piccolo lembo di storia dell’Opera Basket, nell’anno che apre al 40° di vita della nostra società. Un cadeau che gli Spartani hanno voluto regalare a se stessi e a tutta la festosa e rumorosa folla biancoverde, intervenuta in massa occupando le gradinate della bellissima arena.
In un clima di surreale bellezza per location, le emozioni per una finale giovanile si mescolano con la certezza che, per alcuni ragazzi, si chiudera’ il loro ciclo di Under. Ma oggi quello che conta è essere lì. Essere lì ,a giocare una finale regionale, che non sarà l’ EuroLega, ma che ha un profondo significato per tutti noi. Essere lì, rappresentando la società dove sei cresciuto sin da bambino, quando eri in tribuna a vedere giocare i più grandi e a gioire per le loro vittorie o con lo strofinaccio in mano ad asciugare il campo nelle partite dei senior . Oggi è toccato a loro schierarsi sul parquet per una finale; un gruppo di amici che ha saputo far integrare al meglio i nuovi arrivati e che ha coronato un sogno, lungo anni di sacrifici. Essere lì significa, per alcuni di loro, aver disputato un’infinità di partite , tra Fip, UISP, Promo e C1. Ed alla fine tra le 300 squadre lombarde, alla finale ci arrivi tu ed i tuoi avversari, dove decidi che per un finale perfetto, conta solo vincere.
Un brivido lungo la schiena mi scorre durante la presentazione. E mi emoziono, scorrendo il volto di ognuno degli Spartancelli, che, la maggior parte di loro, ho visto crescere. Ora sono quasi uomini, chi con la barba, chi no, ma in ognuno dei loro sguardi, riconosco la voglia e la determinazione di fare propria la partita più importante della loro pur breve carriera. Il resto è cronaca, con le emozioni che si sciolgono alla prima palla a due.
Basta un campo, un po’ di gente, il rumore inconfondibile del pallone a spicchi che rimbalza, una retina che si muove ed ecco l’unico sport capace di farti cambiare umore cento volte in trenta secondi. E la cronaca riporta la netta vittoria Spartana nella finale contro Corbetta ( 81- 59 ), squadra molto prestante fisicamente. Ma l’inarrestabile brigata biancoverde, per nulla intimorita, ha mostrato una pallacanestro sopraffina, soffocando i velleitari tentativi di sopraffarci con continui cambi difensivi e dove ha trovato riscontro, il lineare sviluppo dei nostri giochi, che ha minato , in continuazione, le convinzioni avversarie, fino a sgretolarle.
Una squadra che tramortisce con i suoi continui cambi di ritmo, che morde le caviglie, che in difesa non ti lascia respiro. Una squadra che non vorresti mai incontrare. Una compagine ( forse lo già scritto ) dove un leader non c’è, ma capace di trasformarsi in un mamba letale, pronto a colpire al momento opportuno. Ma sappiamo tutti che se non c’è passione, sudore e sacrificio in palestra, rinunce nella vita privata , ciò non è possibile. Ma loro, al Nenni, con il caldo o con il freddo, giorni su giorni, spesso anche il sabato, hanno sempre risposto PRESENTE, pronti a ripassare per l’ennesima volta, gli schemi di attacco e di difesa.
Vorrei ringraziare tutti, cominciando da “ beautiful mind “ Luca, head coach meticoloso ed esigente, seguace del “ il particolare fa la differenza “, ma sempre pronto ad aiutare i ragazzi nel momento del bisogno con i suoi preziosi consigli. Da due anni segue i ragazzi ed ha saputo imprimere il proprio basket, nell’ animo degli Spartani, facendoli diventare questa fantastica squadra. Coach Mauro, il “matusa” dei nostri allenatori e spalla importante di Luca. Autore di un bellissimo finale di stagione che ha portato al titolo provinciale UISP, gli U18. Coach Ricky, entrato in corsa, ma alquanto determinante per il cammino della squadra. A tutti i coachs che hanno preceduto i sopraindicati, Ale, Simo, Pedro. Presenze indelebili e che hanno contribuito in maniera fondamentale, allo sviluppo e alla crescita dei ragazzi nel corso degli anni.
Al popolo baskettaro operese, spesso sesto uomo in campo, composto da genitori , ragazzi della altre under ed anche giocatori senior, che non hanno mai fatto mancare la loro vicinanza ai ragazzi, con il loro caldo tifo che molti ci invidiano. Ed infine loro , i “ miei “ragazzi che chiamerò con i loro nomi di palestra. Il Cazza 14, Pippo 20, Tommy 10 , Teo 4, Defra 15, Ross, Sarcio, il Botta 4, Jack, Mabo 6, Gabo, Pato 8, il Desi e gli altri ’99 che, a turno, hanno potuto girare in alcune partite, con la squadra titolare.
Tutti ragazzi fantastici per i quali, il sottoscritto, ha avuto la fortuna e l’onore di essere il loro dirigente.